Giorgia Onorati

Giorgia Onorati è arrivata in una famiglia con due figlie già adolescenti, Alexandra e Federica.  A poche ore dalla nascita subisce un intervento chirurgico importante a causa di un’ernia diaframmatica: ha solo poche ore di vita ma si capisce subito che è una “tosta”. Trascorre la sua infanzia serenamente, fino ai dieci anni, anche se controllata periodicamente in ospedale.

Il giorno della sua Prima Comunione è una delle giornate più belle che trascorre nella sua piccola vita, perché nello stesso giorno viene battezzato Tiziano, il suo primo nipotino e inoltre conosce Michele, il fotografo, che scoprirà essere anche radiologo nell’ospedale dove trascorrerà molti giorni degli anni a venire, “un amico unico e indispensabile”. Sarà con Michele prima e con altri amici poi, Eugenio e Francesca Romana ad appassionarsi alla fotografia, fino a prendere anche lezioni. Giorgia non voleva perdere tempo, era prezioso, scorreva troppo in fretta e non voleva perderlo per strada.

A dieci anni inizia a stare male a causa dell’ipertensione polmonare, fino a subire un primo trapianto di cuore e polmoni e a entrare nella lista d’attesa del secondo trapianto, a soli sedici anni.

In questo periodo si appassiona alla fotografia, soprattutto in bianco e nero e, sostenuta dalla sua famiglia e dai numerosi amici che le stanno vicino, partecipa a tante mostre con grandissimo successo. Giorgia ama fotografare i gabbiani, perché le loro ali sono l’immagine della sua libertà ridotta, ama le fontane e la luce che si riflette nello scorrere dell’acqua, ama Roma, perché è… Roma, con i suoi infiniti particolari e giochi d’ombra.

Nel suo libro “A sinistra del cuore”, scritto nell’ultimo anno di vita, ci racconta la sua giovane vita non soltanto la sua terribile malattia: racconta di come ha saputo cogliere le ricchezze che il poco tempo a disposizione le ha offerto e di come è stata capace di guardare aldilà della mancanza di comunicazione, l’inadempienza di alcuni medici e l’impazienza di molti insegnanti scolastici. Soprattutto ci parla  di quanto c’è di bello da apprezzare al di fuori delle finestre di un ospedale.

La dolcezza del sorriso di Giorgia accompagna le pagine del suo libro e, tra la rabbia e il dolore, prevale il suo senso speciale della bellezza della vita, vissuta attraverso la capacità di osservazione di cui era molto dotata e la grande passione per la fotografia.

 

Articolo di : Loredana Simonetti